(per un disguido tecnico questo articolo è stato ritirato, rieccolo. Perdonateci)
Avrete letto tutti, o quantomeno sentito al telegiornale, la recente notizia quasi “inverosimile” proveniente da Wenden – Germania, di tre feti ritrovati nel congelatore […]. Le indagini sono in corso e non possiamo ovviamente entrare nel merito, di certo ognuno di noi si è fatto una opinione e anch’io, da studiosa del crimine, non ho potuto fare a meno di collegare l’evento criminoso alla “Sindrome di Medea”. Prima di contribuire con alcune mie riflessioni, per tutti gli appassionati e per tutte le persone che volessero saperne di più, vorrei sinteticamente introdurre il Mito di Medea. Considerate che spesso la Psicologia, riprende dalla Mitologia greca molti personaggi per “spiegare” la natura del fenomeno, in riferimento, appunto, alla storia del personaggio in questione. Basti pensare al “Complesso di Edipo”, oppure alla sua corrispondente femminile “Elettra”.Medea è figlia di Eeta, re della Colchide, che significa "astuzie, scaltrezze", infatti la tradizione la descrive come una maga dotata di poteri addirittura divini. Quando Giasone arriva in questa terra insieme agli Argonauti alla ricerca del Vello d'oro, lei se ne innamora perdutamente. A tal punto che per aiutarlo arriva ad uccidere il fratello Absirto, spargendone i resti dietro di sé dopo essersi imbarcata sulla nave insieme al suo amato, divenuto suo marito. Il padre di Medea dovendo raccogliere le membra del figlio, non riesce a raggiungere la spedizione di Giasone, e gli Argonauti tornano a Corinto con il Vello d'Oro.
Dopo dieci anni, però, Creonte, re della città, vuole dare sua figlia Glauce in sposa a Giasone, dandogli la possibilità di successione al trono. Giasone accetta, abbandonando così sua moglie Medea.
Vista l'indifferenza di Giasone di fronte alla disperazione della moglie, Medea medita una tremenda vendetta: fingendosi rassegnata, manda in dono un mantello alla giovane Glauce, la quale, non sapendo che il dono è pieno di veleno, lo indossa e muore fra dolori strazianti. Anche il padre Creonte, corso in aiuto, toccando il mantello muore.
Ma la vendetta di Medea non finisce qui. Secondo la tragedia di Euripide, per assicurarsi che Giasone non abbia discendenza, uccide i figli avuti con lui e ne divora le carni: il dolore per la perdita porta Giasone al suicidio. La maggior parte degli storici greci del tempo di Euripide, tuttavia ricorda che i figli di Medea, che ella non riuscì a portare con sé, furono uccisi dagli abitanti di Corinto per vendetta.
Fuggita ad Atene, a bordo del carro del Sole, Medea sposa Egeo, dal quale ha un figlio: Medo. A lui Medea vuole lasciare il trono di Atene, finché Teseo non giunge in città. Egeo ignora che Teseo sia suo figlio, e Medea, che vede ostacolati i suoi piani per Medo, suggerisce al marito di uccidere il nuovo venuto durante un banchetto. Ma all'ultimo istante Egeo riconosce suo figlio, e Medea è costretta a fuggire di nuovo.
Torna nella Colchide, dove si ricongiunge e si riappacifica con il padre Eete.
Dopo dieci anni, però, Creonte, re della città, vuole dare sua figlia Glauce in sposa a Giasone, dandogli la possibilità di successione al trono. Giasone accetta, abbandonando così sua moglie Medea.
Vista l'indifferenza di Giasone di fronte alla disperazione della moglie, Medea medita una tremenda vendetta: fingendosi rassegnata, manda in dono un mantello alla giovane Glauce, la quale, non sapendo che il dono è pieno di veleno, lo indossa e muore fra dolori strazianti. Anche il padre Creonte, corso in aiuto, toccando il mantello muore.
Ma la vendetta di Medea non finisce qui. Secondo la tragedia di Euripide, per assicurarsi che Giasone non abbia discendenza, uccide i figli avuti con lui e ne divora le carni: il dolore per la perdita porta Giasone al suicidio. La maggior parte degli storici greci del tempo di Euripide, tuttavia ricorda che i figli di Medea, che ella non riuscì a portare con sé, furono uccisi dagli abitanti di Corinto per vendetta.
Fuggita ad Atene, a bordo del carro del Sole, Medea sposa Egeo, dal quale ha un figlio: Medo. A lui Medea vuole lasciare il trono di Atene, finché Teseo non giunge in città. Egeo ignora che Teseo sia suo figlio, e Medea, che vede ostacolati i suoi piani per Medo, suggerisce al marito di uccidere il nuovo venuto durante un banchetto. Ma all'ultimo istante Egeo riconosce suo figlio, e Medea è costretta a fuggire di nuovo.
Torna nella Colchide, dove si ricongiunge e si riappacifica con il padre Eete.
Questo è il racconto mitologico e la realtà, spesso, è ancora più agghiacciante, le riflessioni nella seconda parte.
La seconda parte verrà pubblicata lunedì p.v., a presto e buona lettura.
GM
Inreressante....aspetto la seconda parte ....
RispondiEliminaGrazie per aver apprezzato...alla seconda parte, allora!
RispondiEliminaA presto,
GM