Come ultimo argomento, ma non per questo meno importante degli altri, mi accingo a parlare delle licenze Creative Commons che, a mio parere, si avvicinano molto alle nostre aspettative.
Le Creative Commons Public Licenses (CCPL) sono delle licenze di diritto d'autore che si basano sul principio de "alcuni diritti riservati".
Le CCPL, infatti, rendono semplice, per il titolare dei diritti d'autore, segnalare in maniera chiara che la riproduzione, diffusione e circolazione della propria opera è esplicitamente permessa.
Il funzionamento delle CCPL è reso possibile dal fatto che la legge italiana sul diritto d'autore - così come, in generale, le corrispondenti normative nazionali e internazionali - riconosce al creatore di un'opera dell'ingegno una serie di diritti; allo stesso tempo, la legge permette al titolare di tali diritti di disporne.
Uno dei modi in cui ciò si può fare è con il meccanismo contrattuale della licenza, tramite cui il titolare dei diritti (il cosiddetto "licenziante") concede o meno alcuni diritti alla controparte (il cosiddetto "licenziatario") ovvero qualsiasi fruitore dell'opera. E` importante sottolineare come le CCPL, e in generale tutte le licenze di diritto d'autore, non siano la fonte dei diritti in oggetto: è grazie alla legge che tali diritti sorgono. Le CCPL, quindi, sono solo uno strumento tramite cui il titolare dei diritti concede determinati permessi ai licenziatari.
Tali permessi sono flessibili e possono essere vincolati ad alcune condizioni: il titolare dei diritti d'autore può, per esempio, subordinare la riproduzione dell'opera - e in generale gli atti permessi dalla particolare licenza Creative Commons scelta - al vincolo che l'opera medesima non sia modificata (opzione "No opere derivate") o che non vi sia una finalità prevalentemente commerciale (opzione "Non commerciale"); oppure, in linea con i principi del "copyleft" tipici del Software Libero, che qualora si modifichi un'opera e la si ridistribuisca, la cosiddetta "opera derivata" debba essere ridistribuita sotto le medesime condizioni alle quali si è ricevuta l'opera originaria (opzione "Condividi allo stesso modo").
Per quanto riguarda i multimedia (immagini, foto, suoni, video), esiste la possibilità di specificare il tipo di licenza:
Licenza Standard
In base alle varie opzioni che si scelgono per questa licenza, c'è la possibilità di ottenere un logo esplicito in merito, come per esempio la dicitura "some rights reserved" quì di seguito:
Sampling
Da questa è possibile derivare la possibilità di utilizzare la parte del tuo lavoro per scopi commerciali o meno.
Per esempio, scegliendo la possibilità di non utilizzare la parte del tuo media per scopi commerciali, si otterrà un logo di questo genere:
Share Music (specificatamente per la musica)
Allo stesso modo dei casi precedenti, otterremo:
Bravo ricki,
RispondiEliminaottima carrellata, ora ci toccherà scrivere un articolo conclusivo in cui decidiamo la nostra licenza.
Tu che le hai esaminate tutte a fondo, quale licenza consiglieresti?
Unica per tutto il materiale o licenze distinte per il software, per la musica, per la grafica etc?
complimenti bella spiegazione... a me tra tutte mi ispirano la creative commons e la copyleft... sempre da quel poco che ho capito... mentre la BSD mi piace poco...
RispondiEliminabene, bene, bene...
RispondiEliminaoggi cercherò di scrivere un articolo sulle mie personali conclusioni in merito, ma vedo che custanz è già pienamente d'accordo con me. ^_^
io suggerirei di utilizzare le creative commons per tutto quello che non riguarda i codici sorgenti (magari differenzieremo per ogni tipo di media), mentre per quel che riguarda i sorgenti, farò prima una chiacchierata con max per capire cosa effettivamente vogliamo. l'unica cosa sicura credo che sia la voglia di non fare sfruttare economicamente la cosa a nessuno.